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Lavorare all’estero con MobilPro EU: si assumono 15 apprendisti italiani

Opportunità di lavoro per tanti giovani di età fino ai 27 anni.Si tratta di lavoro all’estero, facente parte del programma MobilPro-EU, un’interessante iniziativa promossa dal Ministero Federale del Lavoro e degli Affari sociali Tedesco, rivolta ai giovani che risultino interessati a lavorare all’estero.Nello specifico si selezionano 15 apprendisti, di età non superiore ai 27 anni ai quali verrà offerto un contratto di apprendistato,con una retribuzione di oltre 800 euro al mese. Inizialmente, i candidati avranno modo di seguire un corso di lingua tedesca, che avrà luogo presso la città di Vicenza.
Tale programma prevede più fasi, ovvero:
– inizialmente i candidati dovranno partecipare ad un corso di lingua tedesca, che avrà inizio a partire dal 9 febbraio fino al 12 giugno 2015, presso la città di Vicenza. Tale corso darà modo ai candidati di acquisire un livello di conoscenza linguistica corrispondente al livello B1 del QCER
– il secondo passo sarà quello di partecipare ad un tirocinio retribuito in Germania, che durerà circa 6 settimane. Si tratta di uno stipendio retribuito, con un importo pari a 818 euro mensili
– seguirà un contratto apprendistato di durata triennale, con una retribuzione pari a 818 euro mensili.
Ai candidati verrà, inoltre offerto un contributo iniziale di importopari a 500 euro, per il trasferimento in Germania e poi ancora verrà offerto loro un rimborso spese di importo che varierà dai200 ai 300 euro.
Potranno partecipare alla selezione,coloro i quali risulteranno essere in possesso dei seguenti requisiti, ovvero:
– essere cittadini europei
– avere un’età compresa tra i 18 ed i 27 anni
– avere una qualifica professionale o aver conseguito un diploma
– non essere laureati
– non avere già avuto esperienza di contratto di apprendistato
– residenti in Germania da almeno 3 mesi.
Ecco le figure attualmente ricercate:
- idraulici, presso Paderborn
- Commessi al dettaglio, presso Berlino
– Esperti di ristorazione presso Berlino
- esperti Alberghieri, presso Berlino
– cuochi presso Berlino.
Chiunque volesse partecipare al programma in questione, non dovrà far altro che inviare la propria candidatura entro il 25 gennaio 2015, compilando un modulo di preadesione, che troverete cliccando sul seguente link.
Desideriamo ricordarvi che tutti gli annunci di lavoro sono rivolti ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91 (tranne ove specificato).
Fonte Newslavoro

Assunzioni in Germania: 2800 nuovi posti di lavoro con vitto, alloggio e corso di tedesco

La situazione economica europea desta qualche preoccupazione, sopratutto dopo l’introduzione della moneta unica che ha sconvolto diverse nazioni: mentre l’Italia, così come Grecia e Cipro, sta attraversando uno dei periodi più bui e difficili degli ultimi 30 anni, alcuni Stati continuano la loro opera di crescita sia culturale che economica..
Tra tutti questi vi è la Germania, una delle nazioni che dopo l’ingresso all’interno della moneta unica è riuscita a trarre vantaggi e a segnare un segno positivo ogni anno: ciò è avvenuto soprattutto grazie ad un controllo accurato dell’intero sistema economico-lavorativo, che purtroppo è crollato totalmente all’interno del nostro Paese.
Ad oggi, lo stato tedesco è uno dei più solidi ed è alla ricerca di nuove figure da inserire in tantissime aziende; noi abbiamo selezionato le migliori opportunità lavorative e, soprattutto, i gruppi societari migliori per i lavoratori stranieri.
Attualmente si contano circa 2800 nuove assunzioni, così suddivise:
  • Circa 700 sono le offerte lavorative che arrivano direttamente da BMW e che è possibile consultare cliccando qua.
  • Più di 200 sono gli annunci delle principali case automobilistiche di tutto il mondo, che si possono trovarequa
  • Più di 270 sono i posti di lavoro messi a disposizione da Deutsche Telekom e consultabili direttamente qua
  • Più di 170 sono le offerte lavorative messe a disposizione dal colosso EON (sono richiesti soprattutto programmatori, informatici e ingegneri).
  • Più di 800 sono i posti di lavoro messi a disposizione dalla famosissima società di assicurazioni, Allianz. Qua maggiori informazioni.
  • Più di 100 sono le offerte pervenute nel settore delle energie sostenibili, che potete consultare qua.
  • Più di 250 sono i posti di lavoro, consultabili qua, messi a disposizione all’interno del settore chimico da parte della BASF.
  • Infine sono più di 250 le offerte pervenute dalla Posta Tedesca, DHL, che potete controllare direttamente qua.
Ciò che rende esclusivi questi nuovi posti di lavoro è che, nella maggior parte dei casi, le aziende propongono ai lavoratori stranieri un ottimo stipendio ma soprattutto vitto, alloggio e persino un corso di tedesco per poter apprendere la lingua il meglio possibile.
Vi ricordiamo che l’articolo è in costante aggiornamento, quindi vi consigliamo di visionarlo periodicamente.
Desideriamo ricordarvi che tutti gli annunci di lavoro sono rivolti ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91 (tranne ove specificato).
Fonte : Newslavoro 

Germania e Spagna, disoccupazione in calo. Berlino: tasso più basso d’Europa

Germania e Spagna chiudono il 2014 con dati incoraggianti riguardo alla disoccupazione. Se Berlino conferma, come si legge in un rapporto pubblicato da Destatis, l’aumento del numero degli occupati e l’ennesimo calo dei disoccupati, anche la Spagna, come rivelano i dati diffusi dagli Uffici del servizio pubblico di impiego, ha diminuito la disoccupazione nel Paese, con numeri record che non si registravano dal 1998: -5,39% rispetto al 2013 (253.627 persone senza lavoro in meno).

Germania, occupazione record. Per l’ottavo anno consecutivo, la Germania stabilisce un record, con i dati sull’occupazione che parlano di una media di 42,6 milioni di persone occupate nel 2014, lo 0,9% (372mila) in più rispetto all’anno precedente. In diminuzione anche il numero dei disoccupati: 77mila persone in meno (3,5%) rispetto all’anno precedente, per una stima complessiva di 2,1 milioni di persone senza lavoro. I numeri con i quali il paese della cancelliera Angela Merkel ha chiuso il 2014 hanno fatto registrare non solo un nuovo record per la Germania, ma anche nell’area Euro, portando il tasso di disoccupazione al 4,7%, contro il 4,9% dell’anno precedente, il più basso tra gli stati dell’Unione Europea.

Madrid, maggiore calo della disoccupazione dal 1998. La Spagna ha chiuso il 2014 con 253.527 disoccupati in meno. I dati parlano di un calo record che non si registrava dal 1998: -5,39% di persone senza lavoro, per un numero totale di disoccupati che scende, così, a 4,44 milioni. Il mese di dicembre è stato quello in cui il numero dei senza lavoro è calato maggiormente, con 64.405 persone che hanno trovato un’occupazione rispetto al mese precedente. Una diminuzione, quella dell’ultimo mese del 2014, che è la seconda più consistente da quando sono iniziati i rilevamenti. Un calo del numero dei disoccupati si era registrato anche a fine 2013, quando i senza lavoro diminuirono di 147mila persone, interrompendo un trend in positivo che andava avanti dal 2007.

Fonte Il Fatto Quotidiano

Alternativa al universita' in Germania Ausbildung

Un Ausbildung è sostanzialmente un contratto di formazione lavoro, ovvero un apprendistato.

La prima cosa da comprendere è che voi non vi iscrivete una scuola che vi manderà successivamente a fare degli stage presso aziende.
Invece dovrete proporvi presso delle aziende che vi assumeranno con un contratto di Ausbildung. Voi diventerete, in linguaggio di tutti i giorni, degli AZUBI.

La prima cosa da fare è quindi iniziare a spedire Bewerbung, non semplici curriculum vitae: Cosa sia un Bewerbung lasciamo stare che é un tema che deve essere affrontato separatamente:

Gli Ausbildung durano generalmente 3,5 anni ed esistono per qualsiasi lavoro. In Germania sono riconosciute circa 350 professioni e per ognuna di queste esiste un Ausbildung

Allora, come dicevo il primo passo è spedire un Bewerbung. Quando?
I corsi iniziano a fine agosto inizio settembre, compatibilmente con il calendario scolastico
del Bundesland dove andrete a risiedere, quindi il momento migliore é subito dopo le vacanze natalizie, e comunque prima di pasqua.
Dovrete fare un colloquio di lavoro presso l’azienda.
Naturalmente un Ausbildung è pagato, non profumatamente ma viene pagato. Non è uno stipendio nel senso giuridico del termine, infatti in tedesco viene definito Auszubildendenvergütung.

Lo stipendio varia grandemente e può variare dai 300 agli 800 E lordi mensili, e in certi
casi, superarli. La tassazione è comunque estremamente favorevole e siamo quasi a livello di netto=lordo. Tenete conto che un contratto di Ausbildung é, per sua stessa natura, un contratto a TERMINE, quindi nel momento in cui sosterrete l’esame di stato il contratto si estingue naturalmente. Questo non vuol dire che perderete automaticamente il lavoro. Anzi, è MOLTO difficile.

Come si svolge la settimana? Andrete a lavoro e nello stesso tempo a scuola. Di solito si fa un giorno di scuola una settimana e la successiva si fanno due giorni. Le lezioni si svolgono durante l’orario lavorativo
L’Azubi non può fare lavoro notturno e le ore di straordinario concesse sono estremamente limitate.

Che cosa serve per essere accettati.
Sicuramente una conoscenza del tedesco. Ma non vi preoccupate eccessivamente. Nessuno richiede un C2 come nelle università. Un buon B1 potrebbe essere già sufficiente se vi sapete vendere bene e se farete valere la vostra PERFETTA conoscenza dell’Italiano. Fino a prova contraria esistono centinaia di aziende che lavorano con l’Italia e hanno problemi di comunicazione.

Per perfetta conoscenza dell’Italiano intendo essere in grado di scrivere correttamente una mail commerciale, per esempio

Che titolo di studio serve? Nessuno, o meglio un minimo della licenza media. Un diplomato italiano che vada a fare un Ausbildung in un campo concernente il diploma conseguito avrà ZERO problemi ad conseguire l’abilitazione e sarà non uno, ma dieci passi avanti rispetto ai suoi colleghi di corso. Per quanto riguarda la pratica sarete assolutamente ala pari, visto

che né voi né i ragazzi tedeschi hanno mai lavorato in vita loro.

C’è un limite di età? Assolutamente no. Chiunque può partecipare ad un Ausbildung, anche a 50 anni. Certamente è una situazione rara, ma non esiste nessuna legge o regolamento che lo impedisce.

Fonte ; Italiani a Berlino

Il sussidio sociale hartz IV detto anche arbeitslosengeld

Negli ultimi mesi ho accompagnato molte italiane e molti italiani al Jobcenter per inoltrare le richieste di sussidio Hartz IV. Sulla base delle mie esperienze vorrei diffondere ciò che ho imparato al riguardo, senza aver pretese di esaustività, nella speranza di fare un po’ di chiarezza su questo “misterioso” sussidio.

Cos’è l’ Hartz IV?

L’ Hartz IV, anche detto Arbeitslosengeld II (da non confondere con Arbeitslosengeld I, ovvero il sussidio di disoccupazione) è un sussidio sociale dato a persone che hanno entrate mensili ridotte o che sono in cerca di occupazione (ma che non hanno diritto alla disoccupazione!*).

A chi mi devo rivolgere per richiederlo?

ll Jobcenter del quartiere in cui si è domiciliati è il vostro ente di riferimento.

Come si stabilisce se sono idonea/o?

Questa è la fase più ardua! Anzitutto il Jobcenter ha bisogno di una serie di informazioni sul vostro conto: sposata/o, convivi, figli, incinta, lavoro ecc.. Si dovranno quindi compilare formulari e consegnare molti documenti personali. Una volta ricevuto tutto il materiale necessario, il Jobcenter potrà lavorare alla vostra pratica e, se siete idonee/i, per lettera vi spedirà la Bewilligung, cioè la concessione del sussidio Hartz IV. Anche nel caso in cui non siate idonee/i, riceverete una lettera. I tempi di attesa sono anche di 6 settimane.

Se si è domiciliati a Berlino da meno di 3 mesi (fa fede la data dell’Anmeldung) non si ha diritto al sussidio. Eccezione viene fatta, però, per chi è domiciliato da meno di 3 mesi, ma lavora con un contratto da 451 euro in su, ovvero ha l’obbligo di avere la cassa malattia tedesca. In questo caso, si ha diritto al sussidio Hartz IV.

Generalmente sono idonee le persone che guadagnano meno di 890 euro al mese e non hanno beni (mobili o immobili) e non hanno più di 2.000 euro sui conti correnti.

Quali formulari e documenti devo consegnare?

A seconda del vostro stato civile e lavorativo, saranno da compilare diversi formulari. Se già sapete quali fanno al caso vostro, potete scaricarli qui: http://www.arbeitsagentur.de/nn_27908/zentraler-Content/Vordrucke/A07-Geldleistung/Allgemein/Formulare-Arbeitslosengeld-II.html

oppure attendete di parlare con una/un impiegata/o del Jobcenter che vi fornirà la lista di tutti i formulari e documenti da consegnare.

I documenti richiesti sono i seguenti (in fotocopia): documento d’identità, Anmeldung, tessera sanitaria tedesca, contratto d’affitto, contratto di lavoro (se l’avete) oppure lettera di licenziamento (o fine rapporto di lavoro), buste paga degli ultimi 3 mesi, movimenti bancari di tutti i conti correnti (anche italiani!) degli ultimi 3 mesi. Se avete un’auto o un immobile o altri beni, saranno da dichiarare.

Che cosa è compreso nel sussidio?

Il sussidio comprende un aiuto economico e un aiuto nella ricerca del lavoro o di una nuova formazione professionale.

L’aiuto economico. Il Jobcenter paga mensilmente: l’affitto (se la somma rientra nelle tabelle da loro previste) e i costi di riscaldamento, l’assicurazione sanitaria tedesca (Krankenkasse), e versa fino ad un massimo di 380 euro sul vostro conto. Inoltre, se si riceve il sussidio, si può richiedere presso un qualsiasi Bürgeramt il Berlin Pass, un tesserino nominale con foto, il quale dà il diritto a sconti in strutture sportive, al cinema, a teatro e soprattutto per l’abbonamento mensile dei mezzi pubblici (da acquistare sarà il mensile Ticket S a 36 euro). Nel caso in cui ci fossero carenze linguistiche (livelli A1-A2), si ha il diritto di frequentare gratuitamente il corso di lingua tedesca (Integrationskurs) presso una scuola da voi scelta tra quelle sovvenzionate.

Per quanto riguarda la ricerca del lavoro. È interesse del Jobcenter che si esca il prima possibile dalla condizione di necessità. Per questo motivo, presso il Jobcenter siedono gli Arbeitsvermittler, ovvero gli agenti di collocamento. Ogni utente riceve un agente di riferimento il quale dovrebbe aiutare a trovare un lavoro idoneo al vostro profilo. Mi permetto di dire “dovrebbe” perchè non ho ancora conosciuto nessuna/o che abbia trovato un lavoro grazie a loro. Vi aiutano a compilare il vostro profilo nella Jobbörse online per darvi visibilità sul mercato del lavoro e sono a disposizione per tutte le domande relative alla vostra figura professionale, ad esempio se volete specializzarvi oppure fare una Ausbildung. Sono loro che vi obbligano a seguire l’Integrationskurs (di cui sopra).

È bene che vi siate posti la domanda dei doveri perchè infatti ne avete! Con il vostro Arbeitsvermittler sottoscriverete un contratto in cui si dichiara che il Jobcenter si impegna a darvi l’aiuto economico e sostegno nel cercare lavoro, mentre, da parte vostra deve esserci l’impegno di: seguire attivamente il corso di lingua e consegnare gli attestati di frequenza; di mandare almeno un tot di candidature di lavoro mensili; presentarvi di persona ogni volta che vi viene richiesto (circa 1 volta ogni 6 settimane); comunicare quando siete malate/i (esattamente come fareste col vostro datore di lavoro); non assentarvi da Berlino per più di 21 giorni all’anno (!). Se venite meno ai vostri impegni, vi verrà sottratta una percentuale dal sussidio.

I mesi passano e non ho ancora trovato un lavoro (o le mie entrate sono ancora molto basse). Per quanto posso ricevere il sussidio?

Il sussidio è calcolato semestralmente. Ogni 6 mesi, infatti, c’è un conguaglio, sia economico che lavorativo. Vi viene chiesto quanto è stato esattamente guadagnato (alla consegna dei formulari vi viene chiesta una stima delle entrate), ovvero dovrete consegnare tutti i movimenti bancari di tutti i vostri conti correnti, così come tutte le buste paga. Nel caso abbiate guadagnato di più di quello che avevate stimato, dovrete restituire la somma eccedente del sussidio, perchè non vi spettava. Se invece avete effettivamente guadagnato meno di quanto avevate dichiarato, allora il Jobcenter vi pagherà la parte mancante.

Con l’Arbeitsvermittler, invece, si fa il punto della situazione (come va con la lingua, si rivede insieme il cv, vi vengono proposti nuovi lavori).

Alla fine dei 6 mesi dovrete rinnovare la vostra richiesta di sussidio, consegnando, stavolta, meno documenti (perchè già siete registrate/i), ma i tempi di attesa per ricevere la conferma dell’accettazione della vostra richiesta sono comunque di massimo 6 settimane.

Per le/i cittadine/i non tedesche/i che hanno lavorato meno di 12 mesi (anche non consecutivi) in Germania, dopo 6 mesi il sussidio non viene rinnovato. (Ho ricevuto questa informazione personalmente. Altre fonti mi hanno riferito non sia così. Potete provarci e vedere cosa decide l’impiegata/o di turno. Ho riscontrato una certa arbitrarietà nella lavorazione delle pratiche, purtroppo)

Informazioni generali

La comunicazione

La comunicazione con il Jobcenter avviene per lo più tramite lettere scritte in un burocratese spaventoso, anche per chi sa bene il tedesco. È disponibile anche un centralino per porre domande sul vostro profilo, se siete già utenti registrate/i. Con la sezione che si occupa delle finanze non avrete mai modo di parlare di persona (se non in casi eccezionali). L’Arbeitsvermittler sarà invece felice di vedervi ogni volta che vi chiamerà “a rapporto”!

Raramente viene parlata una lingua diversa dal tedesco nei Jobcenter. Molte persone che ho accompagnato mi hanno riferito che all’accettazione sono state pregate di tornare con un’/un interprete. Le impiegate e gli impiegati non sono tenute/i a conoscere lingue straniere e nemmeno a “perdere tempo” a comunicare a gesti con chi ha un livello elementare di tedesco.

Pensate bene anche a queste difficoltà prima di inoltrare la richiesta di sussidio! Non voglio qui disincentivare a far ricorso ad un vostro diritto, ma voglio sottolineare la difficoltà e la dipendenza che ne consegue da persone interpreti che traducono e mediano.

Aiuti linguistici e legali

Per la compilazione dei formulari ci sono degli enti che offrono questo servizio gratuitamente e sono l’ AWO e la UIL. Per avere informazioni generali potete rivolgervi al servizio sociale presso l’Ambasciata italiana. E per venir accompagnate/i, dovete confidare nell’aiuto di volontarie/i o persone che hanno un tariffario. Chiedete nei vari gruppi su facebook.

Se ritenete che il Jobcenter abbia fatto degli errori di calcolo del sussidio o che siano venuti meno ai loro doveri o abbiano leso i vostri diritti, rivolgetevi agli studi legali che fanno consulenza gratuita. Li trovate in rete.

Armatevi di tanta pazienza perchè gli errori e i ritardi da parte del Jobcenter non sono un’eccezione.

* si ha il diritto al sussidio di disoccupazione se si ha lavorato in Germania con copertura sanitaria tedesca per almeno 12 mesi, oppure se si prende tale sussidio già in Italia al momento dell’arrivo in Germania. In quest’ultimo caso è possibile fare il trasferimento della disoccupazione italiana presso il vostro nuovo domicilio. Gli enti responsabili sono l’ INPS in Italia e l’Agentur für Arbeit del vostro quartiere, in Germania.

Fonte ; Italiani a Berlino 

Ceto medio degli stranieri in difficolta' in Germania

In riduzione la classe media degli stranieri in Germania. Si allarga anche per chi non ha il passaporto tedesco la forbice tra ricchi e poveri

Aulösung der migrantischen Mittelsicht. Queste le parole con le quali il sociologo Robert Verwiebe apre un lungo articolo su “Das Parlament”, riportando dati per certi versi attesi, per altri versi allarmanti. Il messaggio è che la classe media degli stranieri in Germania, cioè di coloro che almeno economicamente figurano tra i meglio integrati nel tessuto produttivo del Paese, si sta riducendo, in un processo che ormai dura da anni.
La questione è se tale sviluppo prelude ad un semplice allargamento delle aree di povertà e ricchezza, o se siamo di fronte piuttosto ad un fenomeno nuovo, nel quale le dinamiche sono più complesse, caratterizzate da un sempre maggiore individualismo che si gioca al di fuori -o tra- le classi sociali tradizionali, spesso per un tempo limitato. In ogni caso, anche per gli stranieri è iniziata da tempo una fase di polarizzazione sociale: più ricchi, più poveri, meno ceto medio. Gli stranieri, si sa, sono da sempre nel mirino dei sociologi, insieme agli anziani, ai genitori singoli e alle famiglie numerose, in quanto soggetti a maggior rischio di povertà. Si tratta di una vecchia questione. Tuttavia, i numeri dell’ultimo rapporto sulle povertà del governo federale, che riporta a sua volta dati dal Sozio-oekonomische Panel (SOEP) dell’Istituto di ricerca economica DIW di Berlino, sono allarmanti perché mostrano una novità nella dinamica della povertà.
I dati SOEP indicano con evidenza che, negli ultimi anni, la condizione economica di molti migranti è peggiorata. Dopo la riunificazione tedesca, i migranti della classe media (con un reddito che va dall’80% al 140% del reddito medio tedesco) sono diminuiti di quasi dieci punti percentuali, passando da 47,1% del 1991 al 36,8% del 2012. Nello stesso anno 1991, anche la classe media formata da cittadini tedeschi vantava percentuali simili (48,7%). Pur accusando una recessione, la percentuale nel 2012 rimane però a 44,3%, cioè soltanto 4,4 punti in meno. Questo primo dato è indicativo di come la forbice della discrepanza sociale abbia seguito percorsi diversi. Se poi si vanno a vedere anche i dati relativi alla povertà e alla ricchezza, il dato diventa ancora più preoccupante. Nel 1991 erano ricchi (con oltre il 200% del reddito medio) lo 0,7% degli stranieri. Nel 2012 si passa al 3,5%, con un aumento quindi di 2,8 punti percentuali. Negli stessi anni, la percentuale dei cittadini tedeschi ricchi passa dal 6,4% al 8,8%, con un aumento simile.
La questione sta tuttavia nella povertà (meno del 60% del reddito medio). Negli stessi anni, essa passa dal 18,6% al 24,4% per gli stranieri (con un aumento, quindi, di quasi sei punti percentuali); mentre per i tedeschi le cifre sono rispettivamente del 12,1% e del 13,3% e l’aumento va poco oltre il punto percentuale. Più stranieri poveri nel corso degli anni, quindi, che tedeschi poveri. È chiaro infatti che, nel ventennio considerato, pur essendo valida per tutti la regola dell’erosione della classe media, gli stranieri sono scivolati molto più dei tedeschi nelle sacche del disagio. Tale considerazione diventa ancora più evidente se si guardano i dati relativi al cosiddetto stato di deprivazione sociale, che riguarda coloro che vivono al di sotto dello stato di povertà. Gli stranieri deprivati sono passati negli anni in questione (1991-2012) dal 4,6% al 11,2%, con un aumento quindi di 6,4 punti percentuali. I tedeschi deprivati sono, sì, aumentati dal 1,8% al 2,8%.
L’aumento è però molto più contenuto: un punto percentuale. Forse ancora più impressionanti in questo senso sono i dati relativi al sostegno sociale. Vivevano dello stesso nel 1991 il 2,7% dei cittadini stranieri. Nel 2012 il dato passa al 12,6%. (ma se si guarda soltanto ai cittadini di origine turca, si vede che il sostegno sociale viene elargito oggi ad un impressionante 17,2% della popolazione). Per contro i cittadini tedeschi bisognosi di sostegno sociale passano negli stessi anni dal 2,5% al 4,6%. I dati indicano quindi con molta chiarezza una tendenza: anche tra gli stranieri c’è stato qualcuno in grado di approfittare degli anni di vacche magre per aumentare la propria ricchezza. Tuttavia è evidente, in generale, lo scivolamento in uno stato di povertà o peggio di deprivazione sociale da parte di molti cittadini con passato migratorio. Interessanti sono, infine, i dati che riguardano i giovani al di sotto dei 30 anni, i quali, indipendentemente dal fatto se siano stranieri o tedeschi, hanno molte più possibilità di impoverire che di arricchire. Dice l’autore dello studio: “Il gruppo di età al di sotto dei 30 anni ha le minori chances, rispetto agli altri gruppi, di appartenere allo strato sociale medio o superiore.
Per ciò che riguarda il rischio di povertà, invece, il discorso è esattamente l’inverso. In quel caso, i rischi dei giovani sono particolarmente alti rispetto ai gruppi dell’età adulta”. Tuttavia, come si diceva, non sembra esserci grande differenza tra i giovani tedeschi e quelli con passato migratorio. “Questo dipende forse dal fatto- continua l’autore- che i giovani migranti arrivano più tardi a fondare un proprio bilancio familiare autonomo”. Questo, sempre secondo l’autore, diminuisce i rischi economici. Infine rilevanti (anche se non certo nuovi) i dati che indicano il rapporto tra i rischi di povertà e il grado di formazione. “Coloro che possiedono un titolo di studio terziario (cioè sul piano universitario) –afferma l’autore- corrono rischi notevolmente minori di entrare nell’ambito della povertà e, per contro, hanno chances maggiori di appartenere alle classi sociali più elevate. Persone senza titolo di studio, invece, entrano molto più frequentemente nel cerchio del disagio”. Da rilevare, tuttavia, che “nella Germania Ovest, l’elemento della formazione ha per i giovani migranti minore interesse, perché un diploma di formazione terziaria protegge meno contro i rischi di povertà e disagio sociale”.

Nuova immigrazione di Italiani in Germania

Giovani, senza figli, spesso single, con una buona formazione ma con competenze poco o nulla richieste dal mercato del lavoro, e senza conoscenza del tedesco. Questo il ritratto dei nuovi immigrati italiani in Germania

Su incarico del ministero federale della formazione e ricerca, il gruppo privato di ricerca statistica “.minor” ha messo a disposizione un ritratto in due volumi dei nuovi migranti italiani e spagnoli che, a partire dal 2008, hanno messo piede in Germania con l’intenzione per lo più di restarvi. La ricerca si è svolta su un campione significativo di quasi seicento italiani e quasi trecento spagnoli.
I dati, che a giudizio degli autori, sono “weitgehend repräsentativ“ - abbondantemente rappresentativi - forniscono un quadro che, per molti versi, non si distacca molto da quanto più o meno si sapeva del fenomeno, ma che, tuttavia, va molto nel dettaglio descrittivo. I ricercatori (per la cronaca: Sophie Duschl, Marianne Kraußlach e Christian Pfeffer-Hoffmann) hanno utilizzato il sistema classico delle domande incrociate a soggetti rappresentativi, arricchendo però la ricerca attraverso Blog e socialmedia.
Interessante nella ricerca è, tra le altre cose, anche il confronto tra la nuova immigrazione italiana e quella spagnola, che risultano per molti versi simili. Ciò significa che le fratture nel tessuto sociale e produttivo che questa crisi economica ha portato nei due Paesi sono molto simili tra loro. Ma veniamo al dettaglio. Anzitutto che età anno i nuovi immigrati? La risposta è inquietante. Sono quasi esclusivamente giovani. Tra gli italiani, il 60% sta tra i 26 e i 35 anni. Quasi il 95% hanno una età che va tra i 18 e i 45 anni. Quindi - e lo sapevamo - sono soprattutto i giovani a lasciare il Paese. E sono anche i giovani più scolarizzati. Non è una buona notizia per l’Italia e per tutti i Paesi dai quali questi ragazzi fuggono.
Facendo il confronto tra i dati degli italiani e degli spagnoli si nota che –come si diceva- la situazione del mondo del lavoro dei due Paesi sembra molto simile, in particolare per ciò che riguarda le incrostazioni clientelari. Dice ad esempio la spagnola Patricia: “In Spagna non trovi lavoro se non con raccomandazioni o attraverso parenti. Non c’è un mercato del lavoro aperto“. Bisogna poi anche ammettere che le stesse testimonianze raccolgono anche il desiderio - tutto italiano - di essere sovvenzionati e nutriti dallo Stato. Dice il 31enne Roberto: „C’è una certa leggenda attorno a Berlino. Alcuni hanno raccontato che si può vivere bene con 200 euro al mese. Se non hai soldi, lo Stato ti da qualcosa. Tu devi soltanto chiedere. Questo ha portato a un movimento di massa. Esagero un poco, ma c’è stata una certa propaganda!“
La ricerca mette comunque in tutta evidenza la estrema gravità della situazione italiana. Che si nota, tra l’altro, anche dalle regioni di provenienza dei giovani migranti. Sono soprattutto i giovani lombardi a lasciare il Paese. Seguono i veneti, i laziali, i campani, gli emiliano romagnoli, i toscani. Insomma, le regioni che fino a ieri erano i luoghi di attrazione della immigrazione interna, sono diventate terra di emigrazione. Il rovesciamento della tipologia degli emigranti, lo si vede anche dalla qualificazione che essi possono vantare. Il 75,8% sono accademici (di cui il 49,7% con un master in tasca; soltanto il 22,8 con un semplice baccalaureato). Il 3,3% può mostrare addirittura un diploma di dottorato. Tra le specializzazioni, spiccano i linguisti (15,9%) seguiti da economisti e sociologi (quasi l’11%). Relativamente pochi sono gli ingegneri (7,9%).
Se si dà un’occhiata –contemporaneamente- ai dati che riguardano l’immigrazione spagnola, si vedono molte similitudini, ma anche alcune differenze. Anche gli spagnoli, infatti, provengono soprattutto dalle zone più industrializzate del Paese, a cominciare dalle regione madrilena e dalla Catalogna. Essi, però, arrivano con più competenze tecniche e professionali. Sono ingegneri per il 22%; medici e infermieri per il 13,7%; matematici e fisici per il 8,7%. Insomma anche in emigrazione i giovani italiani pagano il pegno di un sistema formativo basato più sulla chiacchiera che sulla competenza in materie realmente spendibili sul mercato del lavoro. Ma andiamo avanti con le cifre. Un altro tra i punti dolenti dei giovani in arrivo è la conoscenza della lingua tedesca. Tra gli italiani, il 43,1% non ha alcuna conoscenza del tedesco, e soltanto il 1,9% arriva al livello C2, che è il minimo per tenere una normale conversazione con parole semplici e con una costruzione grammaticale accettabile. Se la cavano meglio con l’inglese, ma anche in quel caso, non è grasso che cola. Soltanto il 18,3% arriva al livello C2 e il 38% al livello C1. Insomma: parlare con qualcuno in Germania senza conoscenze di tedesco e con quel po’ di inglese imparato a scuola, diventa per il giovani italiani il problema più grave.
Alcune istituzioni pubbliche offrono corsi di lingua, anche gratuitamente, ma l’apprendimento di una lingua non è certo cosa che si sbriga in poche settimane. La precarietà e la scarsa progettazione della immigrazione emerge anche dalle domande a proposito della durata prevista del soggiorno. Il 39% dei giovani italiani non sa quanto rimane in Germania (addirittura il 51% dei giovani spagnoli). Quasi il 30% progetta un soggiorno breve: da pochi mesi a qualche anno. Non a caso, poi, i settori a cui i giovani si rivolgono sono soprattutto la gastronomia (20%) e l’arte, cultura e società (13,9%). Segue soltanto al terzo posto l’informatica (13,4%) e, al quarto, i servizi (10,4%). Su questo punto importante, la ricerca diventa però - ci pare - un po’ lacunosa.
Cosa significhi lavorare nella gastronomia, possiamo immaginarlo abbastanza bene, conoscendo le condizioni - spesso disastrose - del settore per chi vi è impiegato. Cosa però voglia dire, per un giovane italiano che conosce poco o nulla la lingua, lavorare nel settore “cultura, arte e società”, facciamo fatica ad immaginarlo. Forse si intende il suonare la chitarra per strada o il vivere nel sottobosco berlinese nell’attesa di una qualche chimerica sovvenzione dello Stato? Di più, il rapporto non dice. Rimane – dicevamo- l’impressione di una grande provvisorietà e di una quasi totale mancanza di progetto. Si viene in Germania quasi per fare un tentativo: o la va o la spacca. Ma in questo mondo così specializzato, questa non è senz’altro la metodologia vincente.
La testimonianza di Emilia (27 anni), arrivata in Germania senza conoscere la lingua e con una qualificazione tanto alta quanto poco richiesta (master in scienze politiche) la dice lunga sul tema: “Ho l’impressione che ci siano due tipi di migranti. Al primo tipo appartengono i migranti che arrivano per lavorare perché la loro specializzazione è molto richiesta, come ad esempio gli informatici. È il caso del mio compagno. È informatico e ha lavorato per la ditta (x). Io ho invece un master in scienze politiche. Quando il mio compagno è arrivato, ha avuto a disposizione una persona tedesca di una agenzia privata che lo ha aiutato in tutto. Non ha dovuto neppure presentare la domanda di immatricolazione. Questa persona ha cercato per lui un appartamento, gli ha tradotto il contratto di lavoro. Questo è veramente scandaloso. Significa che spendono migliaia di euro per fare in modo che tu, come informatico, rimanga a Berlino. Al contrario, quando sono arrivata e quando ho cominciato a lavorare, io non ho avuto nessun aiuto. Per fortuna i collaboratori parlano tutti inglese. E io guadagno 1200 euro al mese”. Emilia non lo sa, ma le poteva andare peggio.
Ciò che Emilia definisce „scandaloso“ è in realtà la condizione normale del mercato del lavoro in una nazione industriale: chi è richiesto trova i ponti d’oro; chi non è richiesto può tornarsene a casa. Stupiscono piuttosto l’ingenuità e le aspettative irrealistiche di alcuni di questi giovani, nonostante l’alta qualificazione. Dicevamo che ad Emilia poteva andare peggio.
La testimonianza di Chiara (25) che lavora nella gastronomia ne è la prova più evidente. “Le condizioni sono veramente cattive. Ti danno un contratto per un minijob (che prevede mediamente l’impiego per 10 ore alla settimana n.d.r.) ma si aspettano che lavori per 40 ore. La gastronomia è davvero il settore peggiore. Quando non si sa fare niente, si va lì. Nella gastronomia c’è veramente di tutto. C’è gente che si dimentica di pagarti. C’è gente che non ti paga e basta. Se lo possono permettere, di trattarti male, perché ce ne sono tanti che vogliono vivere qui e sono alla ricerca”. Altrove abbiamo parlato delle lodevoli iniziative dell’Amministrazione tedesca per accogliere questi giovani almeno con informazioni sul mercato del lavoro e con l’offerta di corsi di lingua. Abbiamo parlato anche dell’impegno solidale delle rappresentanze degli italiani in Germania. Manca ancora, nel tassello, l’impegno dell’Amministrazione italiana.